Assistenti vocali e privacy

Opportunità e dubbi degli smart speakers

Si prevede che l’85% delle aziende utilizzerà gli assistenti vocali per il proprio customer care. Il 44% di loro impiegherà i dispositivi IoT di tecnologia vocale nei propri store.

È chiaro che si tratta di una importante nuova opportunità che va compresa e colta nel modo più intelligente possibile da tutti. Sia privati che aziende dovranno sfruttare gli smart speakers massimizzandone i vantaggi e calcolandone i rischi. Parlando di assistenti vocali e privacy è importante prendere atto che il problema non è cosa sanno di noi ma se possiamo veramente essere sicuri che i nostri dati non vengano usati per scopi diversi. Cerchiamo di capire meglio.

Assistenti vocali, cosa sono e a cosa servono

Da Alexa e Google Home a Cortana, gli assistenti vocali hanno fatto la loro comparsa prepotente nelle nostre case e anche nelle nostre auto. Erano anni che il mondo tech veniva monopolizzato dagli smartphone. Oggi l’interesse si è spostato sempre più verso la domotica, passando per gli smart speakers. Secondo una previsione degli analisti britannici di Juniper Research, l’uso degli assistenti vocali è destinato a triplicare nei prossimi anni. L’azienda stima che ci saranno 8 miliardi di assistenti vocali digitali in uso entro il 2023, rispetto ai 2,5 miliardi del 2018.  Nella pratica si tratta di device costituiti da altoparlanti. Non semplici casse bensì supporti intelligenti, dotati di microfoni e connessioni wifi. La loro peculiarità è quella di comprendere gli ordini ricevuti dalle persone. Possono leggere le ultime notizie, dare informazioni sul meteo, diffondere musica o programmi radiofonici, leggere ricette di cucina, gestire agende, sveglie o timer.

Il risvolto interessante di questo tipo di tecnologia è la loro capacità di interagire con componenti della casa: accendere o spegnere le luci, regolare il riscaldamento, innaffiare il giardino, spegnere il forno etc. Non solo gli assistenti vocali possono rendere più facili le nostre vite, aiutandoci a gestire la casa anche in vacanza, ma possono cambiare totalmente l’esistenza dei portatori di handicap fisici e degli anziani. Il servizio tende a minimizzare gli errori di riconoscimento e elaborazione della voce ed è istruito a imparare e memorizzare i nostri interessi e i nostri gusti, suggerendoci correlazioni. Questo lo rende un importante strumento di marketing.

I Big 5, Intelligenza artificiale e machine learning

A lavoro in questo senso ci sono i famosi Big 5, Amazon, Microsoft, Apple, Facebook e Google, alle prese con l’intelligenza artificiale e il machine learning. Il linguaggio, come sappiamo, è qualcosa di organico, frutto di momenti ed esperienze peculiari. Questo vuol dire che l’intervento dell’uomo nel discriminare il linguaggio è ancora necessario. Dietro ad ogni risposta corretta da parte di questi accessori di domotica vi è dunque un’opera puramente statistica, basata sul calcolo della probabilità. A “leggere” i messaggi, in realtà, ci sono ancora tanti operatori in tutto il mondo che si pongono in ascolto delle nostre conversazioni. Come possiamo dunque sapere se i dati che arrivano ai centri di raccolta siano veramente anonimi? Se da un lato, infatti, le opportunità che nascono con questi nuovi dispositivi sono allettanti e promettenti, dall’altro i dubbi su come l’utilizzo di tali dispositivi possa esporci a rischi in materia di cyber security e privacy diventano sempre più insistenti. Dobbiamo veramente preoccuparci?

Domotica, assistenti vocali e privacy

Nel 2018 il mercato italiano degli smart speakers valeva 380 milioni di euro, con una crescita di più del 50% anno su anno. Se consideriamo che quello è stato il primo anno degli assistenti vocali in Italia, possiamo immaginarne le potenzialità. Tutte le nostre interazioni con il dispositivo vengono memorizzate, come abbiamo detto,  in tal modo il machine learning può elaborare i dati. Questo ci pone davanti al problema della conservazione sicura di queste informazioni. E come la mettiamo con tutte le migliaia di persone impiegate per ascoltare e analizzare le registrazioni vocali avvenute in case e uffici, pur senza avere accesso alle identità delle persone?

Gli assistenti vocali sono costantemente in ascolto, il cosiddetto stand-by vigile li pone sempre in ascolto silente. Se così non fosse il dispositivo non sarebbe in grado di riconoscere il comando (es. “Hey Google”) e capire quando abbiamo bisogno di lui.

Se l’ascolto attivo parte solo al riconoscimento della parola di attivazione, è vero anche che ogni parola simile a quella di attivazione può far partire erroneamente la registrazione o azioni non volute. Una soluzione è stata ideata e si chiama Alias. La sua funzione è quella di generare un rumore di fondo continuo che non permetta all’assistente vocale di utilizzare il proprio microfono in ascolto. Solo chiamando Alias, il generatore di “white noise” si disattiva e attiva esso stesso l’assistente vocale, chiamandolo automaticamente.

Assistenti vocali e sicurezza

Oltre al rapporto assistenti vocali e privacy, altrettanto preoccupante è la connessione tra questi dispositivi e la gestione della nostra sicurezza domestica. Se ti alletta l’idea di avere una “smart home” dovrai anche considerare alcuni aspetti preoccupanti. Come ogni dispositivo connesso può essere hackerato o manipolato mettendo in pericolo le nostre abitazioni e la nostra famiglia. Allo stesso modo, un rischio può esserci anche in caso di malfunzionamento del dispositivo.

Attenzione, dunque, a delegare all’assistente vocale comandi come l’apertura della porta, lo spegnimento di allarmi o telecamere di sicurezza. Si tratta di operazioni che potrebbero essere facilmente manipolate da malintenzionati!

Una corretta configurazione degli assistenti vocali può consentire un loro utilizzo più sicuro anche attraverso riconoscimenti multifattoriali.

Come “proteggersi” dagli assistenti vocali?

Assistenti vocali, smartphone, social. Tutte le novità che la tecnologia può offrirci non sono mai da demonizzare completamente. Abbiamo parlato infatti anche di come le novità nel settore dell’ICT possano aiutarci a tutelare l’ambiente. Per poter cogliere le opportunità senza farsi spaventare dai rischi dobbiamo calcolarli e limitarne gli effetti. Come fare? Una via di mezzo è possibile, e lo abbiamo visto con Alias. Inoltre, se è sconsigliato far dipendere la sicurezza della casa da uno smart speaker, come abbiamo già detto, lo è anche affidargli password, numeri di carte di credito e altri codici segreti. Questi dispositivi consentono la cancellazione periodica delle registrazioni, è consigliato farlo ma con accuratezza. Cancellare tutte le conversazioni, infatti, limiterebbe la loro capacità di conoscere il nostro linguaggio e rispondere correttamente ai nostri comandi. Imposta un’ impronta vocale in questo modo il dispositivo possa lavorare solo con la tua voce!