Clubhouse: cos’è e come funziona il “social dei vocali” del 2021

Il social network protagonista del 2021 fa ancora parlare di sé, grazie alla nuova versione “aperta a tutti”.

Nel panorama social dominato da Instagram e Facebook si è affacciato quest’anno il social “dei vocali” Clubhouse. Se whatsapp ci ha abituato ad un uso sempre più massiccio delle note vocali, Clubhouse lo ha definitivamente sdoganato.

È proprio sulla voce, infatti, che si fonda l’innovativa app su invito. Ma vediamo come nasce, come funziona e quali sono le sue ultime novità.

Come nasce Clubhouse

Clubhouse nasce nel 2020, in piena pandemia, dalla società Alpha Exploration di Paul Davison e Rohan Seth.

Ma è all’inizio del 2021 che il social ottiene visibilità, soprattutto negli USA, grazie all’uso che ne fanno i big dell’economia e della comunicazione.

La app ottiene una certa notorietà anche in Italia tra giornalisti ed esperti digitali. A distinguere Clubhouse dagli altri social network è la possibilità di conversare di qualsiasi argomento, anche fuori dalla propria cerchia di conoscenze, attraverso gruppi denominati “stanze”.

A dare grosso impulso a questa nuova piattaforma è stata sicuramente la figura di Elon Musk che arriva su Clubhouse il 31 Gennaio 2021.

Il CEO di Tesla ha iniziato a discutere sul social delle sue aziende, e non solo, raggiungendo i 5 mila iscritti concessi come tetto di una stanza.

Come funziona Clubhouse

Una volta entrati in una stanza è possibile intervenire per “alzata di mano” o si può essere dei semplici uditori. Non tutti gli utenti, infatti, sono uguali, nella stanza ci sono:

  • moderatori,
  • speaker,
  • ascoltatori.

Il moderatore, come è noto nel linguaggio social, è colui che gestisce la conversazione, invita gli speaker e da o toglie la parola. Non solo, è sempre il moderatore che espellere gli utenti dalla stanza.

Gli speaker, invece, sono coloro che parlano e gli ascoltatori (listener) possono essere uditori ma anche chiedere di intervenire.

Tutto quello che viene detto resta riservato. Sì, perché una volta chiusa la stanza i vocali non restano registrati ma vengono eliminati.

Clubhouse come farne parte? All’inizio, solo con gli inviti

All’inizio il social nasce con il sistema degli inviti abbandonato poi nel corso dell’anno. Ogni utente di Clubhouse aveva a disposizione due inviti: era possibile, però, farsi ammettere tramite qualcuno che si conosceva anche se aveva già usufruito dei suoi due inviti: era sufficiente avere il proprio numero di telefono nella sua rubrica.

Clubhouse, infatti, poneva gli invitati in lista d’attesa e tutte le persone che erano già registrate sul social network ricevevano una notifica, attraverso la quale potevano ammettere persone anche senza invito. Adesso non è più necessario l’invito, il social è aperto a tutti scaricando l’app.

La piattaforma chiede di registrarsi con il proprio nome e cognome ma chiede anche di avere accesso alla rubrica telefonica.

Come whatsapp, infatti, ogni profilo corrisponde a un numero di telefono e ad ognuno di essi è collegato un lungo elenco di interessi tra i quali scegliere.

Attraverso la rubrica telefonica è anche possibile scoprire quali, tra le persone di cui si ha il numero, sono già iscritte a Clubhouse.

Si potranno così scegliere le persone da seguire, in modo da avere suggerimenti dal social sulle “stanze” interessanti in cui entrare.

In seguito, potrai collegare il tuo profilo a Twitter o Instagram e trovare i tuoi follower su quei social network.

Clubhouse apre a tutti, addio inviti

Tra le novità del 2021, c’ è l’uscita dalla versione beta di Clubhouse e la rimozione del sistema di liste d’attesa in modo che chiunque possa partecipare senza aver bisogno di un invito.

“Se hai un club, puoi pubblicare il tuo link in lungo e in largo. Se sei un creator con un pubblico, puoi coinvolgerli tutti. Se stai organizzando un evento pubblico, chiunque può partecipare. Puoi portare amici intimi, compagni di classe, familiari, colleghi e chiunque altro tu voglia, su iOS o Android”, si legge sul loro blog.

Infatti, l’altra news è l’arrivo su Android a metà maggio che ha permesso alla app di raggiungere i 10 milioni di iscritti. “L’ascoltatore medio ora trascorre più di un’ora al giorno su Clubhouse e un’enorme percentuale di persone non solo ascolta, ma parla davvero”. È con queste entusiastiche parole che i fondatori di Clubhouse hanno annunciato il nuovo capitolo di questa app.

Riservatezza e privacy in Clubhouse

L’unico accesso possibile a Clubhouse è dalla app (no browser da pc). Nonostante questo limite a decretarne il successo è stata soprattutto la voglia di riservatezza degli utenti: il desiderio di fare conversazione con meno intermediazione possibile e più discrezione.

Le conversazioni non sono registrate, come abbiamo detto, per cui non possono essere condivise o scaricate.

Il rischio di tutta questa segretezza è quello di condividere qualsiasi tipo di contenuto, anche il peggiore. Il moderatore non può evitare che vengano create stanze in cui si diffondono fake news o messaggi razzisti o sessisti.

In caso di violazioni segnalate, gli audio vengono trattenuti per verifiche poiché non sono ammessi “abusi, bullismo e molestie nei confronti di nessuna persona o gruppo”.

Individuare questi messaggi può però essere difficile poiché le persone che frequentano una stanza tendono ad avere gli stessi interessi e, magari, a condividere certe affermazioni.

Inoltre, la segnalazione deve avvenire in real time data la fugacità dei messaggi. I provvedimenti possono essere:

  • l’ammonimento,
  • la sospensione,
  • l’espulsione,
  • la segnalazione alle forze dell’ordine.

Clubhouse, inoltre, chiede insistentemente di avere accesso alla rubrica del telefono di chi la usa e questo non soddisferebbe i requisiti del Regolamento europeo sulla privacy (GDPR).

Perché Clubhouse ha successo?

La rapida escalation di Clubhouse è la dimostrazione di come l’uso della voce stia diventando preponderante, poiché azzera i tempi di elaborazione del messaggio.

Non solo, rafforza il concetto di contenuto effimero e pone l’accento sull’attenzione alla privacy. Una tendenza all’esclusività che sembra essere il futuro dei social media.

Attenzione alla concorrenza però! Come è già avvenuto in passato con Snapchat e Instagram, con Tick Tock e i Reel, nuove funzionalità sono in arrivo da altri social per competere con la proposta di Clubhouse. Twitter ha già introdotto “Spaces” per condividere conversazioni audio dal vivo agli utenti che hanno più di 600 follower.

Ci aspettiamo che il colosso di Menlo Park si metta in scia al più presto!